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La Commissione europea pubblica la quarta relazione annuale sullo Stato di diritto

Ogni anno, la Commissione europea fa il punto su riforme della giustizia, anticorruzione, pluralismo e libertà dei media, controlli ed equilibri nella sua relazione sullo Stato di diritto. Il 5 luglio, sono stati pubblicati gli ultimi risultati raccolti in ciò che si è affermato, col tempo, uno stimolo essenziale di cambiamento e riforme positive.

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Ogni anno, la Commissione europea fa il punto su riforme della giustizia, anticorruzione, pluralismo e libertà dei media, controlli ed equilibri nella sua relazione sullo Stato di diritto. Il 5 luglio, sono stati pubblicati gli ultimi risultati raccolti in ciò che si è affermato, col tempo, uno stimolo essenziale di cambiamento e riforme positive.

Sebbene alcuni Paesi UE presentano problemi di natura sistemica e preoccupazioni quanto allo Stato di diritto, il 65 % delle raccomandazioni dell’anno scorso ha trovato, in tutto o in parte, riscontro, a riprova del fatto che gli Stati membri stanno compiendo notevoli sforzi per dare seguito alle raccomandazioni dell’anno precedente. L’evoluzione registrata nell'arco di un solo anno è quindi significativa, considerati i tempi lunghi delle riforme volte a migliorare il quadro dello Stato di diritto.

La relazione è strutturata per capitoli su ogni Stato membro. Per quanto riguarda l’Italia, si nota che “Le riforme complessive della giustizia civile e penale, intese a migliorare l'efficienza delle procedure, sono state integrate dall’adozione della normativa di attuazione.”, ciononostante “Alcuni portatori di interessi hanno sollevato preoccupazioni in merito ai progetti di legge sulla separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri e sulla riforma della procura.”. Inoltre, “La digitalizzazione del sistema giudiziario è notevolmente migliorata,” seppur “la modifica delle norme procedurali che consentono la digitalizzazione della giustizia penale deve ancora essere pienamente attuata.”. Si legge anche che “L’autorità anticorruzione ha approvato un nuovo piano nazionale anticorruzione (2023-2025).” e che “È entrata in vigore la nuova legge sulla protezione degli autori di segnalazioni di illeciti, che riguarda sia le violazioni del diritto dell'Unione che quelle del diritto nazionale.”. Tuttavia, “Non è stata ancora adottata una legislazione globale sul conflitto di interessi.”. Per quanto riguarda il quadro giuridico che disciplina il settore dei media, questo risulta “solido ed efficace, e l’autorità di regolamentazione dei media è indipendente e dotata di risorse adeguate.”.

Nel complesso, quindi, l’Italia ha compiuto progressi significativi su più fronti. Cinque sono infatti le sole raccomandazioni avanzate dalla Commissione europea all’Italia:

Proseguire gli sforzi volti a migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione nelle sedi penali e nelle procure;
Adottare norme complessive sui conflitti di interessi e regolamentare il lobbying istituendo un registro operativo delle attività dei rappresentanti di interessi, compresa un'impronta legislativa;
Affrontare efficacemente e rapidamente la pratica di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne;
Portare avanti il processo legislativo di riforma e introduzione di garanzie per il regime della diffamazione e la protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme europee in materia di protezione dei giornalisti;
Proseguire gli sforzi per costituire un'istituzione nazionale per i diritti umani tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite.
 

Redazione Europe Direct Lombardia
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Data ultima modifica: 25/09/2023